Tra alberi d'ulivo e campi di carciofi, in un alternarsi di splendidi e variegati paesaggi, all'interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nascono piccoli borghi medievali arroccati sulle colline, immersi in una natura incontaminata. In questi luoghi è inevitabile lasciarsi prendere dal piacere del buon cibo e della convivialità.
Grotte di Pertosa-Auletta
Navigando il fiume sotterraneo e addentrandosi nelle viscere della terra, ci si immerge in cave buie, dove non esistono stagioni e il tempo sembra essersi fermato. Poi lo stupore, oltre la cascata interna, fino alla Sala Paradiso.
Qui l’acqua lavora incessantemente da 35 milioni di anni, modellando il paesaggio sotterraneo delle Grotte di Pertosa-Auletta, uno dei maggiori attrattori ambientali e culturali del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, riconosciuto Geoparco UNESCO.
Il lavoro della natura qui ha raggiunto l’apoteosi della bellezza e l’arte non può che inchinarsi a omaggiare. Durante l'anno le Grotte di Pertosa-Auletta diventano location di eventi culturali di grande suggestione. Dario Argento le scelse per il suo "Fantasma dell'Opera", il set ancora allestito è visibile nei pressi del braccio dei pipistrelli.
Monti Alburni
I Monti Alburni rappresentano una delle perle della provincia di Salerno e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Di natura carsica, sono ricchi di grotte (circa 400), le più famose sono quelle di Castelcivita e di Pertosa-Auletta. La vetta più alta è il monte Panormo, nel Parco seconda solo al monte Cervati. L'intero massiccio conserva una natura rigogliosa e spesso selvaggia con molti sentieri, dove è estremamente piacevole fare trekking attraversando faggete e boschi di castagno, in cui è possibile incontrare mandrie di cavalli allo stato brado.
Attraversando l’altopiano degli Alburni, si scoprono vari tipi di faggeta e in inverno si possono scorgere sulla neve fresca le orme del lupo. Scrutando tra i faggi si vedono notevoli esemplari di tasso, i tipici aceri di Lobel ed i rari abeti bianchi. In primavera si ascolta l’inconfondibile richiamo del picchio nero, che lascia tracce evidenti del suo passaggio sui tronchi degli alberi, ed uscendo dal bosco si cammina su erbosi pascoli fioriti. Dalla vetta del monte Panormo, menzionato da Virgilio nelle sue Georgiche, a quota 1.742 metri, l'alba ti toglie il fiato.
Castello Marchesale di Auletta
Le sue origini medievali sono ancora oggi testimonianza del periodo in cui il borgo, situato nella parte più alta del centro storico della città, entrò a far parte del sistema fortificato difensivo del Ducato di Salerno.
L’attuale impianto architettonico, successivo al 1240, gli permise di opporre resistenza agli assalti delle truppe spagnole di Carlo V nel 1535. Fortificazione che possiamo ammirare ancora oggi in tutta la sua solidità visitando il castello.
Dopo essere stato dei Gesualdo, il Castello passò nelle mani dei Marchesi Vitilio De Gennaro, e quindi della famiglia Maioli Castriota Scanderbech (erede di Giorgio Castriota, eroe nazionale albanese del XV secolo) attuale proprietaria.